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Bartolini Stefano, Sarracino Francesco

Un virus insinuato tra pieghe di solitudine

Il Sole 24 ore, 24-05-2020, p.15

In America il numero di persone contagiate dal coronavirus è molto più elevato per i poveri e le minoranze etniche. Infatti uccide quattro volte più i neri dei bianchi, e la mortalità è più elevata anche tra gli ispanici.

Molte le cause che vanno dalla povertà, sovraffollamento e segregazione residenziale, condizioni igieniche peggiori, stili di vita insalubri e minori possibilità di telelavoro. Mentre il 60% dei lavoratori che guadagnano più di 70.000 dollari l’anno possono lavorare da casa, il dato cala al 40% per quelli che guadagnano meno di $ 40.000.
Anche la mobilità tra le zone più ricche e quelle più povere è differente come mostrano i dati di Google. Nelle contee povere è molto meno ridotta rispetto a quelle ricche, e ciò comporta un maggior rischio di contagio e di morte. Stesso scenario anche in Gran Bretagna.

In Italia i più attaccati dai virus sono gli anziani, e ciò viene spesso spiegato perché siamo quelli con più anziani in Europa e secondi nel mondo. Questo è sicuramente vero, ma è aggravato dal fatto che anche se in Italia la vita media in Italia è più lunga, ha un'aspettativa di vita sana che si è accorciata. Aspettativa di vita sana significa numero di anni trascorsi senza disabilità o malattie che ostacolino le attività quotidiane. Questo a portato l'Italia ad avere molti malati cronici anziani, che sono i più colpiti dal virus. In pratica questa pandemia ha fatto emergere in ogni società le proprie fragilità specifiche. Infatti negli Usa e in Gran Bretagna la vulnerabilità riguarda l’emarginazione etnica ed economica, In Italia è la condizione critica della terza età.

A paragone del Giappone, il paese con più anziani del mondo, si vede che il virus ha ucciso "solo" qualche centinaio di persone tra gli anziani. Questo perché i loro anziani sono meno fragili dei nostri. Ciò grazie a politiche, promosse da amministrazioni locali in collaborazione con gruppi di volontariato, che li coinvolgono in attività sociali, fisiche e mentali. Nel contempo il Governo promuove campagne che incentivano le relazioni per la salute nella terza età, perché negli studi epidemiologici è dimostrato che il fattore di rischio più rilevante per la salute degli anziani è la solitudine. Ad essa si associa un maggior rischio di mortalità e di contrazione e progressione di patologie tipiche della terza età. In Italia invece più che fare programmi di prevenzione contro la solitudine, si attua un' idea medicalizzata della cura della terza età. Invece prevenire la solitudine degli anziani avrebbe anche un buon risvolto economico, visto i costi crescenti che pesano sul sistema sanitario e sulle famiglie che si trovano a dover affrontare per gli anziani fragili. Urge quindi migliorare la qualità di vita della terza età, anche per contenere le epidemie.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Bartolini Stefano, Sarracino Francesco
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine15
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-05-24
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 24-05-2020, p.15
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Bartolini Stefano, Sarracino Francesco
Attori
Parole chiave: Ageism Solitudine