Il Rapporto 50&Più 2008 è dedicato esplicitamente all’esplorazione di una possibile vita attiva a pieno titolo, a partire proprio dal momento dell’entrata in pensione delle persone. Un po’ provocatoriamente si potrebbe dire che a sessant’anni (età media della quiescenza oggi in Italia) può cominciare un secondo ciclo di vita attiva, ivi compreso l’ambito lavorativo, anche di tipo diverso rispetto a quello già sperimentato, evitando di pensare che la discontinuità riguardi sempre le altre generazioni e mai la propria. L’anziano vitale è sempre più percepito come tale e inoltre esso si aspetta un maggior ruolo sociale riconosciuto. Ebbene se la soggettualità matura è oggi più forte e si accompagna in parallelo ad una crescita numerica pronunciata delle persone della terza età (con i baby-boomers, più istruiti, più professionalizzati, più esigenti, in corso di pensionamento), anche la responsabilità di tali soggetti tende a diventare più elevata: non si può pensare di contare di più senza dare di più, avendo spalle più robuste rispetto al passato. Se si vuole essere ascoltati maggiormente come categoria, bisogna riconoscere la propria forza e giocare quest’ultima sul piano dei rapporti tra le generazioni, sollecitando contemporaneamente istituzioni e mercato a fare la propria parte nei confronti di soggetti sociali più dinamici. Il Rapporto 2008 ha esplorato perciò le propensioni delle persone nel rileggere la propria fase pensionistica presente o futura, in vista dell’assunzione di maggiori impegni, a partire proprio dalla vita di lavoro (ma non solo). Tre fasce di età sono state esaminate in parallelo (i 50-59enni, i 60-69enni e i 70enni e oltre), verificando come l’iceberg dell’abitudine si stia sciogliendo ed esista un insieme di situazioni già oggi definibili come “pensionamento attivo”. Senza contare la propensione ad incrementare tale condizione da parte di tutti gli intervistati e specialmente da parte dei 60-69enni che sembrano rappresentare la fascia di prima, naturale estensione di una vita più attiva. Per questo si è anche predisposta da parte dell’Associazione 50&Più Fenacom una vera e propria “Piattaforma per la maturità attiva”, diretta a sollecitare quelle azioni di accompagnamento da parte dei soggetti pubblici, che meglio possono aiutare l’esercizio di una libera prosecuzione del proprio impegno, per sé e per l’intera società. (Fonte: www.50epiu.it)