Da sportello per la non autosufficienza a "lavoro in rete" per coprire tutti i settori del disagio. Otto anni la Spi- Cgil ha istituito, in Lombardia, gli sportelli sociali. Uno strumento che ha subìto una metamorfosi con l'evoluzione del sistema di erogazione dei servizi sociali. Le prestazioni socio-sanitarie si forniscono su richiesta che deve essere on line; per chiedere un bonus bisogna avere un account e un indirizzo e-mail e ciò rischia di escludere soprattutto gli anziani che spesso non hanno neanche internet. Il problema è nell'informazione e nella complessità delle procedure che crea discriminazione a sfavore di chi, per età o appartenenza ad una classe sociale "debole" non ha gli strumenti di accesso. Il modello, che parte dalla Lombardia, punta su banche dati on-line per orientare gli utenti su una ottantina di settori: dalle residenze assistite, alle agevolazioni per il trasporto pubblico, dai bonus famiglia alle esenzioni per patologia o per i ticket sanitari e così via. La Spi-Cgil punta ad estendere questo modello al resto del Paese.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)