In Ticino i familiari caregiver sono oltre 50mila e tutti con la necessità di conciliare una quotidianità complessa. Una esigenza alla quale oggi cercano di dare una risposta, per prime, le istituzioni pubbliche. Tra queste, accanto alla Confederazione e al Cantone, c’è pure la Città di Mendrisio, di fatto, per ora, il solo Comune che ha deciso di far propri gli strumenti legislativi e le risorse finanziarie messi a disposizione dalla riforma cantonale fiscale e sociale del 2018, che ha previsto un pacchetto di misure sociali ad hoc. L’obiettivo è dare una mano a quanti rivestono un ruolo che ha un valore reale per un lavoro di fatto non retribuito. Non è un caso se in questi ultimi anni quello dei familiari curanti è divenuto un tema politico e neppure se si è dedicata loro una Giornata, quella del 30 ottobre.
Il capoluogo è pronto a lanciare una campagna di sensibilizzazione e supporto alla popolazione locale. «Il modello di società è cambiato – spiega Françoise Gehring, a capo del dicastero Politiche sociali e Politiche di genere –. Il focus si è spostato sul mantenimento a domicilio delle persone fragili ed ecco che il peso del familiare curante è divenuto importante per assicurare il benessere della persona assistita in tutte quelle che sono cure non specialistiche. La Città in questo caso ha operato una scelta di campo. E avendo già inforcato gli "occhiali di genere", per noi è stato naturale iniziare a valutare questa forma di conciliabilità, una tematica centrale, e incrociare le due politiche». In effetti, l’amministrazione cittadina si ritrova a dover reagire a bisogni puntuali.
Da una parte, è strategico evitare ai familiari curanti il rischio di essere sovraccarichi di impegni e sentirsi da soli a farvi fronte; dall’altra, si parte dai dirigenti comunali per smuovere alcuni stereotipi di genere e rompere con dei modelli tuttora presenti, così da saper leggere bisogni e disagi del personale chiamato ad aiutare un proprio caro e favorire un ambiente di lavoro più inclusivo, garantendo tutte le misure di diritto. In realtà, i luoghi comuni nel mondo delle persone che sono vicine al loro caro in difficoltà sono già stati superati dall’urgenza della quotidianità: ci sono anche degli uomini (e non pochi) ad assumere una veste tradizionalmente declinata al femminile. Sul fronte dei cambiamenti culturali, però, c’è ancora molta strada da fare; e questa per Mendrisio rappresenta un’occasione nell’ambito dell’educazione di genere e nel lanciare un ponte tra famiglia e professione nel solco della conciliabilità. La legge, naturalmente, non fa distinguo e sottintende che i familiari curanti rappresentano una rete informale fondamentale in termini di sistema sanitario. Gli aiuti prestati sono di fatto strettamente correlati e complementari alle prestazioni fornite dai professionisti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)