Joe Biden contro Bernie Sanders. L’esito del turno elettorale ha ridotto a loro due la scelta del candidato democratico alle presidenziali statunitensi del prossimo novembre.
Al di là dei commenti di natura strettamente politica, ciò che balza agli occhi è l’età anagrafica dei due candidati: 77 anni Biden e 78 Sanders. Considerando anche che il Presidente in carica ha 73 anni e che un'altra candidata di spicco come la senatrice Elizabeth Warren ne ha 70, c’è comunque una situazione generale da considerare, e che conferma il logoramento in corso del sistema democratico. Un sistema che invecchia non solo nei meccanismi di adeguamento alla mutazione in corso nella società, ma soprattutto nelle persone che ne assumono la guida. Generando (e in parte sfruttando) un evidente distacco dei giovani.
Se infatti il quadro si confermerà, a disputarsi la Casa Bianca saranno il presidente in carica settantatreenne e un avversario (chiunque sia dei due) di cinque anni più vecchio.
Lontanissimi i tempi del giovane Clinton, eletto quando non aveva ancora cinquant’anni; dell’altrettanto giovane e oltretutto “nero” Obama; e persino della non giovane, ma donna Hillary Clinton. Se poi si confermerà l’evidenza che l’establishment democratico sta facendo quadrato attorno a Biden contro Sanders (accampando anche la ragione che del candidato “socialista” Trump farebbe un boccone), l’accomodamento del partito allo spirito liberista del tempo sarà confermato nel modo più evidente.
A questo proposito è illuminante l’affermazione rilasciata da una elettrice di Elizabeth Warren, che ha tuttavia votato Biden ritenendo che la sua preferita non avrebbe chance di battere Trump. Non senza lamentare il fatto di dover ancora una volta scegliere tra due uomini, bianchi e ultrasettantenni. Questo sì, è il “sistema” che tutela e perpetua se stesso.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)