Ogni regione si è mossa in modo indipendente sulla questione dei vaccini con il risultato che si è creata una difformità negli standard e nella disponibilità di servizi sanitari da una regione all’altra, cosa che lede i diritti costituzionali sia all’uguaglianza sia alla salute.
Soprattutto il caso delle vaccinazioni alla popolazione ultra-ottantenne o in condizioni di grande fragilità ha dimostrato questi limiti. Il fatto di procedere autonomamente ha portato a grosse differenze. Vaccinare per primi gli anziani porta a liberare gli ospedali e ad abbassare il tasso di mortalità.
Ci sono invece regioni, come denuncia Draghi, che hanno dato priorità ad altri e comunque sono rimasti indietro nelle vaccinazioni degli ultra novantenni e dei centenari. L'ideale sarebbe di creare una graduatoria in base si all'età ma anche agli indicatori di salute.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)