Poco meno di un milione di franchi (svizzeri) per mettere al centro l’anziano, è quanto chiede al Consiglio comunale il Municipio di Castel San Pietro. Succo del credito un progetto definito ‘modello’ volto a migliorare la qualità di vita delle persone anziane in località discoste, nel caso specifico nella frazione di Monte.
La tematica legata al mondo della ‘quarta generazione’ è, infatti, soprattutto in tempi di pandemia, di stretta attualità e, come evidenziato dall’esecutivo, “ci riguarda tutti”. La crisi sanitaria dovuta al coronavirus ha, in particolare, messo in risalto l’importanza per gli anziani “di avere una rete di contatti, per permettere loro un’esistenza più tranquilla e degna di essere vissuta”.
A compromettere soprattutto un’esistenza serena vi è il fatto che, nella società di oggi, “la quarta età si allontana sempre di più dalle altre generazioni, vedendo così affievolirsi – evidenzia il Municipio – il concetto di solidarietà intergenerazionale, concetto che deve ritrovare la sua importanza nei progetti sociali della politica della Confederazione, ma anche del Cantone e del Comune”. Da qui la volontà di promuovere non, come capita ultimamente, abitazioni, ma una ‘costruzione’ più ampia che punta al territorio e allo spazio: “Il territorio diventa dunque un laboratorio sperimentale dove cercare delle soluzioni innovative per raggiungere un rapporto positivo fra il benessere della persona in età e l’ambiente che la circonda (naturale, sociale, culturale e storico)”.
Il progetto, che nasce dalla ricerca condotta dal Laboratorio d’ingegneria dello sviluppo di Ponte Capriasca in Valle di Muggio e in Val Onsernone, su mandato del Consiglio svizzero degli anziani e con il sostegno dei Municipi di Castel San Pietro e Breggia, è stato affidato allo studioSER degli architetti Tiziano Schürch e Rina Rolli, con sede a Zurigo. Loro compito è stato quello di “rendere più attrattivo ciò che già esiste e non progettare interventi invasivi, per creare un luogo ancora più apprezzato e vivibile, non un luogo dove rinchiudersi ma uno spazio aperto, senza perdere di vista il contatto con il mondo circostante”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)