Da marzo a dicembre 2021 a Bologna 25 anziani con demenza lieve e i loro caregiver hanno partecipato a Domicilio 2.0, un progetto di sperimentazione di un modello di cura a domicilio supportato da strumenti digitali per il sostegno delle attività quotidiane. A tutte le famiglie è stato distribuito un tablet con interfaccia semplificata e connessione internet come sistema principale per la videocomunicazione tra le coppie coinvolte nel progetto, le famiglie, gli operatori sociosanitari.
Supportati da un team di geriatri, psicologi, assistenti sociali, OSS, fisioterapisti e esperti di tecnologia assistita, le famiglie hanno partecipato ad attività a domicilio di stimolazione cognitiva, reminiscenza e condivisione di storie biografiche e di esplorazioni di strumenti digitali in base alle abilità, desideri e interessi. Le tecnologie digitali sono state personalizzate dalla Fondazione Asphi: app per la stimolazione cognitiva multimediale, telecamere con microfono e altoparlanti, portafarmaci programmabili con promemoria vocale, app per mantenimento cognitivo, sistemi di amplificazione uditiva e visiva, sistemi domotici.
Nel lavoro di cura a domicilio sono emerse bisogni imprevisti: batterie di test clinici, interviste e questionari previsti hanno mostrato l’incapacità di cogliere appieno dinamiche che solamente nell’osservazione a casa sono emerse, come hanno confermato alcuni medici e psicologi, sottolineando che in ambulatorio molte cose che emergono a casa restano nascoste. Così il tablet pensato per fare esercizi di ginnastica mentale è stato usato di volta in volta come ricettario, sveglia, promemoria, schermo tv, specchio, rosario, tabellone per tombola, come una scatola che contiene altre scatole.
Gli operatori hanno infatti scoperto che basta chiedere di cosa hanno bisogno le persone affinché queste sappiano rispondere: i bisogni di salute possono essere impliciti, sommersi sia per la mancata percezione che perché ritenuti insormontabili. Ma se le tecnologie sono utilizzate come mediatori più che come strumenti fini a se stessi possono sostenere questo percorso di apprendimento e cambiamento anche nella fase della vita anziana.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)