Una dieta ricca di fibre può rappresentare un alleato importante anche contro la demenza, il declino delle facoltà mentali sufficientemente grave da interferire con la vita quotidiana.
Lo ha sottolineato uno studio condotto dai ricercatori dell'Università giapponese di Tsukuba, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nutritional Neuroscience.
Gli esperti, hanno anche esaminato se esistessero differenze sostanziali per i due principali tipi di fibre, quelle solubili e quelle insolubili. Le prime, presenti in alimenti quali avena e legumi, sono decisivi per i cosiddetti batteri “buoni” nell'intestino e apportano una serie di altri benefici all’organismo. Le seconde, che si trovano ad esempio nei cereali integrali e nelle verdure, sono riconosciute per la loro azione positiva nell’ambito del benessere intestinale.
Dagli esiti della ricerca, in questo senso, è emerso che il legame tra assunzione di fibre e minor rischio di demenza era più marcato considerando le fibre solubili. “Una possibilità è che la fibra solubile regoli la composizione dei batteri intestinali. Questa composizione può influenzare la neuroinfiammazione, che svolge un ruolo nell'insorgenza della demenza”, ha concluso l’esperto. È anche possibile, ha aggiunto, che “la fibra alimentare possa ridurre altri fattori di rischio per la demenza, come il peso corporeo, la pressione, i lipidi e livelli di glucosio”.
(Fonte: tratto dall'articolo)