Il progetto che sta alla base del film è svelato fin dalla prima inquadratura: un uomo entra a passo di danza in una casa di riposo le cui residenti riescono a malapena a tenersi in piedi. Lo scarto non potrebbe essere più grande: ma una volta superato lo stupore, ha inizio un percorso capace di svelare una drammaturgia inaspettata.
Prendendosi tutto il tempo necessario per posare lo sguardo sugli anziani, Valeria Bruni Tedeschi e Yann Coridian realizzano un film che è al contempo impudico e tenero. È un viaggio in un mondo senza tempo, dove si può avere contemporaneamente novanta e vent’anni, dove si può credere di ballare stando su una sedia a rotelle, dove il corpo finalmente non ha più peso e non risponde alle leggi della gravità. Al centro di questa meravigliosa utopia sta Blanche, la “jeune fille de 90 ans”, la più pronta – un po’ per scherzo un po’ per davvero – a lasciarsi portare dalle arie musicali. Con quel suo sguardo eternamente acceso, Blanche finisce per dare forma a una propria storia con il ballerino. Storia che come nei migliori romanzi finisce per contagiare il resto della truppa, tra gelosie e ammiccamenti.
(Fonte: http://www.pardolive.ch/pardo/pardo-live/today-at-festival/2016/day-2/fc-une-jeune-fille.html)