Negli ultimi anni si è assistito ad un allungamento dell’aspettativa di vita media, cambiamenti nel contesto sociale, aumento della disabilità connessa all’invecchiamento, aumento delle patologie degenerative e delle persone non autosufficienti a domicilio, con importanti ripercussioni sulle famiglie che non sono più in grado di sostenere da sole il peso della cura. In Italia si fa ricorso a un’assistenza informale privata con la cosiddetta badante. Gli studi che hanno analizzato il fenomeno badanti, iniziato alla fine degli anni ‘90 (Tognetti Bordogna, 2000), hanno messo in luce una realtà complessa. E’ stato evidenziato come sono cambiati negli anni le motivazioni che spingono le donne straniere oggi a emigrare, rispetto a coloro che lavorano da anni. Secondo quanto riportato nel dossier dell’istituto di ricerca sociale (Pasquinelli, Rumini, 2008), coloro che sono giunte da poco sono più disponibili a seguire corsi di formazione. Inoltre nel tempo si sono potute individuare diverse “tipologie” di badanti: “lavoro totalizzante”, che vive e lavora in casa dell’assistito 24/24; “badante aggiuntiva”, ossia colei che assiste la persona in ospedale o in RSA e “badante occasionale”. L’esperienza illustrata nasce a Rovigo nell’ambito del progetto “Alzheimer. Formazione e sostegno: per capire di più, per capirli di più”, che ha come obiettivo formare e sostenere i caregiver che si occupano di una persona affetta da una forma di demenza. Alle assistenti familiari è stato proposto un corso di formazione che fornisse conoscenze in merito alle demenze, come porsi in relazione con il malato nonché saper gestire i disturbi del comportamento quali conseguenza della malattia. A conclusione corso, le badanti chiesto di avere la possibilità di incontrarsi per poter comunicare e confrontare le esperienze quotidiane. Sono stati programmati quindi incontri mensili, in cui sono emersi temi o difficoltà relativi all’assistenza della persona affetta da demenza, e si è notato come questa possibilità di confronto ha molto giovato sia da un punto di vista assistenziale che emotivo alle partecipanti.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)