Quando gli chiesero cosa pensasse della vecchiaia, il grande maestro del cinema René Clair rispose che "l'invecchiamento è una punizione perché ci priva del dono più prezioso della gioventù, l'immaginazione". L'immaginazione, il vettore della creatività, è concepibile senza memoria? In assenza di ricordi, sensazioni, emozioni profonde da elaborare? Sarà forse questo il motivo per cui la perdita progressiva e irreversibile di memoria rende la malattia di Alzheimer un incubo, che conduce a demenza e ingravescente disabilità fisica? L'Alzheimer è una di varie malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento; oltre gli 85 anni un individuo è ad altissimo rischio (50% secondo alcuni) di sviluppare l'Alzheimer. Dato che l'invecchiamento della popolazione è un fenomeno inarrestabile e l'aspettativa di vita già ora supera gli 80 anni, il numero di malati di Alzheimer è destinato a crescere inesorabilmente. La Alzheimer's Association, attivissima istituzione fondata a Chicago nel 1980, stima che negli Usa il numero di pazienti malati di Alzheimer, attualmente 5,7 milioni, lieviterà fino a circa 15 milioni nel 2050, a meno di scoperte risolutive come fu la penicillina per le malattie infettive.
(Fonte: tratto dall'articolo)