Gli uomini over 65 hanno guadagnato oltre quattro anni di vita liberi da condizioni di disabilità in 30 anni, mentre le coetanee stanno perdendo progressivamente terreno su questo fronte ed hanno conquistato solo 1,4 anni di vita attiva (in salute e senza disabilità) dagli anni 80 a oggi.
Lo rivela una ricerca finanziata dal National Institute on Aging, condotta da Vicki Freedman dell'Università del Michigan e pubblicata sull'American Journal of Public Health. I ricercatori hanno usato dati sulla disabilità relativi agli anni 1982, 2004 and 2011. Nel corso di questo periodo di 30 anni hanno rilevato che l'aspettativa di vita attiva (quindi senza disabilità e impedimenti alla propria autonomia) dei 65enni maschi è aumentata di oltre 4 anni. Nello stesso periodo l'aspettativa di vita attiva delle 65enni è cresciuta di appena 1,4 anni. Il cambiamento è ancora più forte per gli 85enni: i maschi hanno in media ancora 4,5 anni in più di vita attiva davanti, e ne avevano solo 2,5 a disposizione 30 anni fa, spiega Freedman. Oggi le 85enni, invece, hanno circa 2,5 anni di vita attiva davanti, esattamente quanto potevano aspettarsi nel 1982.
"Si ipotizza – dice Nicola Ferrara, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria - un effetto 'selezione', ovvero gli anziani che raggiungono le età più avanzate di fatto sono 'selezionati', cioè sono gli anziani particolarmente sani. Ma è anche possibile che vi siano ragioni socio-economiche e culturali: le donne tendono a curarsi di meno. Infine le donne sviluppano tendenzialmente un numero maggiore di condizioni disabilitanti (artrite, depressione, fratture da cadute, demenza) che hanno un ruolo negativo per la vita attiva".
(Fonte: tratto dall'articolo)