«Se guardiamo all’Italia degli ultimi Anni ’40, con le ferite ancora fresche del recente passato bellico, ci commuove la disperata ricerca di nuovi modi di essere liberi e felici. La gioia del mare, passione degli italiani, scoppiò come un fuoco d’artificio, mentre le coste italiane si riempivano di bagnanti ancora goffi nei costumi di lana intrisi d’acqua e di sabbia, ma felici di gettarsi nei cavalloni con l’entusiasmo di bambini. L’Italia andava finalmente in una vera vacanza.
E poi, con gli Anni ’50 e i primi segnali del miracolo economico, con le nuove utilitarie luccicanti, la villeggiatura diventò sempre più importante, segnale di una piccola agiatezza appena conquistata.
La vacanza come simbolo, dunque: simbolo del nuovo benessere negli Anni ’50 e ’60 e della trasgressione negli Anni ’70, con i campeggi liberi e le ragazze in topless, simbolo del riflusso negli Anni ’80 e ’90, con il lusso un po’ kitch dei grandi alberghi low cost, e simbolo della crisi nel nuovo millennio, quando la villeggiatura diventa sempre più breve e sporadica.
Il puzzle di questo secolo lo costruiscono le testimonianze di tanta gente, in tutta Italia. I ricordi ogni tanto si assomigliano, ma per chi li ha scritti sono unici. Leggendoli, possiamo ricostruire insieme una piccola epopea di cui siamo tutti protagonisti». (Fonte: www.50epiu.it)