In virtù delle segnalazioni da parte di clinici, familiari e caregiver, le società scientifiche, l’AIMA e Cittadinanzattiva richiedono l’inclusione delle persone affette da demenza tra le categorie fragili aventi diritto alla priorità per il vaccino COVID-19, indipendentemente dall’età anagrafica o dal grado di malattia. “Nell’elenco delle patologie afferenti alla categoria 1 dedicata all’elevata fragilità, – evidenziano – non sono contemplate le demenze quando proprio le persone affette da queste gravi patologie sono facili target per il virus: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, circa un terzo delle donne e quasi un quinto degli uomini morti per Covid-19 avevano una storia di demenza”. È dunque necessario non cadere nell’errore di ritenere che le vaccinazioni degli over 80, dei ricoverati in Rsa, dei disabili gravi ai sensi della Legge 104/1992, esaurisca la platea ancora vastissima delle persone con demenza, di fatto escluse dalla priorità di vaccinazione, e per le quali quindi di richiede l’inserimento in tabella 1. Le persone con demenza non sono in grado di tollerare l’uso di dispositivi di protezione individuale, né li comprendono; faticano a sopportare l’isolamento sociale, il cambio di abitudini, le mutate relazioni. Da qui la fatica centuplicata dei caregiver, il peggioramento generalizzato dei pazienti, l’aumentato pericolo di contagio e l’obbligo ad una prigionia stretta.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)