Stando al parere degli esperti, automi robotici potrebbero essere all’ordine del giorno un domani, soprattutto per quanti andranno in pensione.
La psicologa e ingegnere Jenay Beer ha rivelato, di recente, quanto prossima sia l’industria a far sì che questo tipo di ipotesi diventi realtà. La Beer, a partire dalla sua esperienza personale coi suoi defunti nonni affetti da demenza senile, ha incentrato la sua riflessione su quanto le loro vite avrebbero potuto essere diverse se fossero vivi oggi: “Il loro invecchiamento sarebbe stato completamente diverso: sarei stata in grado di contattarli su Skype o su FaceTime. Tutti noi potremmo accettarci delle loro condizioni di benessere tramite rilevatori elettronici dei valori di salute, le cui informazioni sarebbero accessibili online. Tutto funzionerebbe in un altro modo grazie alla tecnologia esistente”.
Certi automi già vengono utilizzati in tutto il mondo in numerosi casi, come per esempio l’educazione di bambini con esigenze particolari; perciò, integrare i robot nella vita della gente anziana potrebbe essere un grosso passo in avanti.
La Beer, nello specifico, riferisce di un particolare tipo di robot chiamato ‘Telepresenza’, dotato di audio e video bi-direzionali e di una base mobile che gli consente di spostarsi agevolmente per tutta la casa. “Provate a concepirlo come una specie di Skype su ruote. Ad esempio, un nonno che vive in una zona rurale non raggiungibile fisicamente da un medico: il dottore potrebbe, tramite Telepresenza, visitarlo in remoto”.
Chiaramente, la Beer non ignora assolutamente il fatto che la presenza umana resta, ad ogni modo, insostituibile.
(Fonte: tratto dall'articolo)