Nel Consiglio regionale del Veneto inizia l’esame del nuovo piano sociosanitario 2019-2023. Obiettivo: rispondere alle sfide che vengono dall’invecchiamento demografico dalle nuove povertà, relazionali e di vita. Domiciliarità, terzo settore e famiglia sono le parole chiave della ‘rete’ di servizi sociali del nuovo piano,per assicurare assistenza e qualità di vita agli oltre 200 mila veneti non autosufficientie agli oltre 800 mila veneti in condizioni di povertà o di fragilità sociale. L'assessore Lanzarin ha dichiarato che, nella nuova programmazione, il criterio del bisogno sarà anteposto a quello dell’età anagrafica, per rendere più flessibili e aderenti alla realtà le definizioni dei profili di gravità, le impegnative di cura e residenziali, l’organizzazione dei centri di servizio. I piani di zona, in stretta collaborazione con enti locali e realtà territoriali, saranno lo strumento di base. Perno organizzativo del sistema i 26 distretti socio-sanitari del Veneto,vera centrale operativa e punto di raccordo tra i servizi, nonché interfaccia con famiglie e utenti. Il loro ruolo, già potenziato con la riforma delle Ulss, sarà centrale per collegare sanità e territorio. Le ‘gambe’ e le ‘ali’ della nuova programmazione sociosanitaria saranno la trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizi alla persona e la revisione degli standard autorizzativi e di accreditamento delle strutture esistenti (che hanno una potenzialità di accoglienza di quasi 35.000 posti).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)