Non sempre la personalizzazione cresce con la tecnicizzazione della medicina, che è sempre più concentrata sull’azione del «curare» (to cure) la malattia e sempre meno su quella del «prendersi cura» (to care) del mondo affettivo, relazionale, psicologico e spirituale del paziente. La rigerarchizzazione di alcuni valori sociali induce la medicina ad anteporre l’efficienza, la produttività, la stabilità economica, la tecnica, a valori come il limite, la sofferenza e l’accoglienza della fragilità. La cura degli anziani può essere presa come esempio: la visione meccanicistica e utilitaristica porta a considerare il «fattore età» come criterio discriminante per decidere se assistere o meno il paziente anziano con interventi costosi. La letteratura medica parla di «letalità della salute», se la politica non predispone le condizioni per tutelarla.
La sanità non può essere gestita come una società del mercato in cui tutto risponde alla domanda: «quanto costa?»; deve invece ritrovare un approccio olistico alla cura. Sono questi i dilemmi etici da monitorare.
(Fonte: tratto dall'articolo)