Non si può correre, affondare un tackle o fare un cambio di gioco, su queste regole si basa il «calcio camminato» che s’appresta a coinvolgere in Italia uomini attempati, in sovrappeso, ipertesi e con le cartilagini usurate. La variante lenta del calcio punta a far rivivere agli amatori anziani, impossibilitati a giocare di corsa, «le emozioni che oggi provocano gli occhi lucidi anche a distanza di anni dall’ultima partita», dichiara Roberto Terra, responsabile del progetto «Walking Football» per la Lega Calcio dell’Unione Italiana Sport per Tutti (Uisp). Domenica 15 novembre, a Bologna al centro sportivo Vasco de Gama si ritroveranno un centinaio di impiegati, operai, manager e commercianti, desiderosi di rivivere le emozioni legate al calcio. Saranno divisi in squadre da 6 e per due tempi di 20 minuti ciascuno si rincorreranno su un campo da calcetto. Vietato correre, entrare in scivolata e di calciare il cuoio oltre il metro e mezzo d’altezza. Sarà un arbitro a occuparsi del rispetto delle regole: a un tentativo di contropiede, seguirà una punizione per gli avversari. L’obiettivo è raccogliere consensi tra gli over 50 che non reggono più il passo dei più giovani. Il calcio camminato è un progetto partito nel 2009 in Gran Bretagna ed oggi conta 250 squadre e migliaia di tesserati. I benefici, come emerge dalle conclusioni che il ricercatore inglese Peter Reddy (Università di Birmingham) ha tratto dopo aver monitorato un campione di volontari adulti (48-65 anni), sono che: «il calcio può essere efficace nei casi di lieve o moderata ipertensione e che l’attività aerobica produce miglioramenti nell’ossidazione dei grassi e nella potenza»
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)