Secondo Rudi Westendorp, medico, docente all’Università di Copenaghen di medicina dell’invecchiamento e autore del libro Come invecchiare senza diventare vecchi i nuovi nati potranno vivere fino a 135 anni. Replica Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università Milano-Bicocca «Parlare oggi di una speranza di vita di 135 anni è fantascienza». Ci sarebbe comunque, in questa sorta di immortalità, il pericolo di non voler lasciare spazio alle altre generazioni. Come sottolinea lo psicanalista Giuseppe Pozzi, direttore clinico di Artelier, il desiderio di prolungare all’infinito la durata dell’esistenza nasconda l’illusione di poter vincere la morte: «Se invece questo allungamento diventasse uno strumento ulteriore per imparare a 'essere', come soggetti che vogliono affrontare un percorso di pacificazione, ben venga. Ma parliamo dell’essere, non dell’avere». «Non è realistico parlare di una vita che arriva a 135 anni – conviene Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di Geriatria del Policlinico Gemelli di Roma –. Anche se l’aspettativa di vita continua ad aumentare l’incremento è di tre mesi all’anno». Secondo Giuliano Dolce, direttore scientifico dell’Istituto Sant’Anna di Crotone: «È un’ipotesi sconvolgente ma non impossibile. Se i progressi della medicina possono aiutarci, anche nel campo delle malattie neurovegetative, bisogna considerare che non sappiamo però come sarà la qualità dei tessuti e la loro resistenza». Molta prudenza quindi sugli annunci sull’allungamento della vita, anche perché c’è la possibilità di poter pensare che l’uomo possa controllare tutta la sua esistenza e non confrontarsi con la propria mortalità: «Entrare in questa prospettiva può anche portare l’individuo a rinviare scelte e decisioni, ritenendo che non ci siano scadenze – nota don Renzo Pegoraro,– Il rischio è di dilatare l’adolescenza e le altre fasi della vita, senza un limite che aiuti a raggiungere obiettivi specifici».
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)