“Noi Vita” è lo spin off universitario (società finalizzata all'utilizzazione economica dei risultati della ricerca universitaria) creato dal Prof. Claudio Molinari, docente di Fisiologia e da Francesca Uberti, biotecnologa dell’Università del Piemonte Orientale di Novara. «Le cure naturali usate per secoli dalle nostre nonne funzionano, noi le rendiamo efficaci come fossero medicine». Ultimamente c’è stata una rivalutazione delle cure alternative rispetto ai farmaci chimici con ad esempio la fitoterapia el a nutriceutica (uso degli integratori alimentari) ma la scelta non è facile. «Gli antichi usavano pratiche, apparentemente magiche, che invece hanno un reale fondamento scientifico - sottolineano Molinari e Uberti -. Oggi vengono riproposte, ma c’è anche tanta improvvisazione, le persone sono in balia delle mode e della pubblicità». Quindi bisogna applicare al meglio le intuizioni dei nostri predecessori. Contro i malesseri da menopausa, ad esempio, le nonne suggerivano di bere brodo e un bicchiere di vino, e in quest'ultimo (lo conferma la scienza) si trova il resveratrolo, un polifenolo dei «rossi», che è un antiossidante naturale. «Questa molecola è fantastica - racconta Uberti, - però va preparata correttamente, altrimenti perde gran parte della sua efficacia». Altro rimedio è la radice di salice bianco, che in campagna da sempre viene raccolta e fatta essiccare. Il suo decotto è antinfiammatorio e svolge la funzione del paracetamolo. Ma, dicono i ricercatori di Novara «Abbiamo in corso uno studio per allargare il suo utilizzo e sfruttare le proprietà cicatrizzanti contro l’ispessimento delle ferite». Ci sono novità anche provenienti dal mondo naturale, come lo Zebrafish, pesciolino a strisce con un patrimonio genetico simile al nostro le cui uova embrionate vengono usate in creme anti age. Un’altra preparazione cura le ferite con un neurotrasmettitore, l’acetilcolina, che stimola il corpo a«guarire» da solo. Il team di Novara sta lavorando anche per l'industria tessile, per gli sportivi, potenziando l’effetto di «compressione» di un tessuto che farà sentire meno la fatica e ridurrà l’acido lattico nei muscoli.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)