La pellicola ‘E Piovevano uccelli’ sarebbe dovuta uscire un anno fa nei cinema spagnoli. Lo scoppio della pandemia ha costretto la produzione ad un rinvio ma oggi, finalmente, il pubblico può deliziarsi con questo commovente inno all'amore e alla vita diretto dalla canadese Louise Archambault e basato sul romanzo di Jocelyne Saucier, una delle più celebri scrittrici del Quebec.
Nel film, alcune persone anziane scelgono di ritirarsi dalla civiltà per vivere tranquillamente nelle lussureggianti foreste del Canada pescando, facendo il bagno nei laghi e godendosi la libertà in compagnia dei loro cani, delle loro chitarre e delle loro piante di marijuana, mentre un grande incendio minaccia il luogo. Dopo la morte improvvisa di uno di loro, che aveva mantenuto segreti la sua identità e il luogo in cui si trovava, due donne irrompono nelle loro vite. Una è Raf, una giovane fotografa che intervista i sopravvissuti ai grandi incendi che hanno devastato l'area dell'Ontario all'inizio del 1900, e l'altra è Gertrude, un'ottuagenaria che vive lì da quando aveva 16 anni.
Dopo aver letto il romanzo per la prima volta, ci sono voluti alcuni mesi perché Archambault, si rendesse conto che "non riuscivo a togliermi dalla testa quei personaggi atipici e potenti che il libro descriveva", come ammette in un'intervista in videoconferenza da Montreal. ‘E piovevano uccelli’ tocca temi trascendentali come l'amore, la vecchiaia, la solitudine, il volo o la libertà di scegliere come si vuole vivere e morire.
“Quello che mi è piaciuto leggendo il romanzo è stata quella sensazione che qualunque cosa accada nella tua vita e qualunque età tu abbia, se sei aperto alla speranza, c'è sempre la possibilità di migliorarla, di esplorare altri percorsi e incontrare persone meravigliose. Come fanno gli eremiti, penso che sia necessario che tutti noi ci poniamo la domanda su come vogliamo vivere e morire”, dichiara la regista.
La foresta è l'altra protagonista del racconto e l’Archambault ha deciso di dare a ogni personaggio una presenza maggiore in modo che avessero il loro spazio in questo ritratto corale, in particolare Andrée Lachapelle, che incarna con grande sensibilità una donna che è stata lontana dalla sua famiglia per tutta la vita, per colpa di un padre autoritario, e in età avanzata vuole solo trascorrere i suoi ultimi giorni osservando i bellissimi paesaggi che la natura le offre. In quest'ultima fase della sua esistenza scopre cosa sono l'amore e la tenerezza e finalmente si sente realizzata.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)