Qualcuno s’è mosso in anticipo e la staffetta generazionale se l’è costruita in casa, senza aspettare l’intervento del governo. Alla Luxottica, da qui al 2018, un centinaio di dipendenti vicini alla pensione potrà chiedere il part time al 50%, e sarà sostituito da altrettanti giovani. Il «patto» tra chi ha i capelli bianchi e chi, per la prima volta, varca i cancelli di un’azienda, è stato benedetto dai sindacati. E non solo nella multinazionale degli occhiali. In attesa che la misura sul part time agevolato venisse messa nera su bianco dal governo, a Torino una scelta simile l’ha fatta l’azienda di trasporti Gtt, firmando in estate una intesa con Cisl, Uil, Faisa e Ugl. Eppure, fino a oggi, il «ricambio soft» ha faticato a decollare davvero. Il lavoratore che opta per il part time avrà un orario dimezzato, un salario pari al 65% di quello precedente, e dopo tre anni, la pensione resterà intatta.
Qualche imprenditore ha iniziato a fare due calcoli. E le prime reazioni sono state positive. C’è, va detto, un problema di costi. «Non credo che con un risparmio del 35% sia possibile assumere una nuova persona, almeno non immediatamente», ragiona Gianfranco Carbonato, presidente e fondatore della "multinazionale tascabile" Prima Industrie. Il discorso, però, potrebbe cambiare nel caso a scegliere il tempo parziale fossero due o tre dipendenti.
(Fonte: tratto dall'articolo)