Pubblicata la ricerca promossa da Cesvot e realizzata da Fondazione Emanuela Zancan dal titolo "Volontariato e invecchiamento attivo", a cura di Elena Innocenti e Tiziano Vecchiato. L'indagine trae origine dall'esperienza della Carta del volontariato toscano per l'invecchiamento attivo realizzata da Cesvot nel 2012 con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il primo significativo dato che emerge dalla ricerca è che il volontariato fa "invecchiare bene", insieme al mangiar sano, all'attività fisica e alle relazioni amicali. Secondo i 212 anziani intervistati dedicarsi al volontariato aiuta ad invecchiare in modo attivo e positivo perché favorisce l'incontro con persone amiche, il dialogo con i giovani e la partecipazione alla vita del territorio. Questo l'identikit dei 212 anziani intervistati, soci di 5 associazioni nazionali (Arci Solidarietà, Anteas, Uisp Solidarietà, Aics Solidarietà e Auser): il 57,1% è uomo, il 42,9% è donna, la gran parte ha tra 65-75 anni, è pensionata, vive in famiglia, il livello di istruzione è medio-alto. Quasi il 90% è soddisfatto o abbastanza soddisfatto del proprio stato di salute e, in media, gli intervistati sono attivi nel volontariato da 16 anni. Il 30% dedica al volontariato 5-10 ore settimanali ma un numero altrettanto significativo (28,6%) s'impegna nell'azione volontaria 10-20 ore settimanali. Dalla ricerca emerge una "diffusa consapevolezza circa la necessità di superare la tradizionale visione dell'invecchiamento come perdita progressiva di autonomia e decadimento psicofisico, per porre invece l'accento sulle dimensioni positive". Il 72,3% degli intervistati, infatti, è convinto che invecchiare in modo attivo favorisca il benessere psicofisico, la capacità di confrontarsi con altri punti di vista (52,1%) e di impegnarsi a favore degli altri (46,5%). Tuttavia, sottolineano i due curatori, in Italia mancano politiche mirate a favorire l'impegno e la partecipazione nella terza età. Sia a livello regionale che nazionale l'approccio è più orientato alla prevenzione della malattia piuttosto che alla promozione della partecipazione. In Toscana il tema dell'invecchiamento attivo non è stato assunto in modo diretto dall'agenda regionale. Anche a livello locale il tema è assente o ‘sotto traccia', l'unico piano integrato di salute che affronta direttamente l'invecchiamento attivo è quello della Lunigiana. Altrettanto si può dire per le altre regioni ma qualcosa si sta muovendo. Quattro regioni negli ultimi anni hanno inserito l'invecchiamento attivo e la valorizzazione della componente anziana della popolazione nelle loro politiche attraverso iniziative come il servizio civile per gli anziani: il Veneto con la legge 9 del 2010, la Liguria con la legge 48 del 2009, l'Umbria con la legge 14 del 2012, la provincia autonoma di Trento con la legge 11 del 2008.