(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Tomasello Maria Rosa

"Vorrei vivere altri cent’anni e scegliere di morire con dignità"

La Stampa, 26-09-2019, pp.2-3

Gustavo Fraticelli ha 66 anni ed è disabile dalla nascita ma continua a fare progetti. Ad esempio vuole tornare in Brasile, dove ha vissuto da bambino e in cui è tornato spesso. Vuole vivere, ma vuole anche poter avere una morte dignitosa, procedendo con il suicidio assistito nel caso dovesse perdere la sua residua autonomia «…nelle mie cose più intime, spero tra cento anni. So che cadrei in una depressione che mi renderebbe maledetta la vita, e che naturalmente dovrebbe essere certificata da medici. Ma per me l'autonomia è un mito: perderla mi renderebbe l'esistenza insopportabile». Negli anni infatti la sua tetraparesi spastica, con cui ha imparato faticosamente a convivere è peggiorata, e da dieci anni è su sedia a rotelle. Quando la malattia ha cominciato ad aggravarsi si è avvicinato all'associazione Luca Coscioni, di cui oggi è un componente del direttivo. Dopo 32 anni di lavoro in Alitalia ora vive solo nella sua casa di Roma, da dove può uscire solo le tre volte a settimana in cui ha l'assistenza domiciliare. Trascorre il tempo leggendo di storia e filosofia e con la musica. Vede la sentenza della Corte Costituzionale come un grosso passo avanti fatto per le persone con disabilità e osserva che l’eutanasia è già esercitata in Italia, in maniera clandestina in tanti centri di Rianimazione, dove i medici chiedono ai parenti: "Lo facciamo ancora soffrire?". Ma così è una pratica oscura, perché prescinde dalla volontà della persona. Invece serve di poter esprimere la propria volontà, come prevede il testamento biologico approvato nel 2017. Conclude citando Friedrich Nietzsche La libertà comporta solitudine, e grande responsabilità.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Tomasello Maria Rosa
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine2-3
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-09-26
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 26-09-2019, pp.2-3
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Tomasello Maria Rosa
Attori
Parole chiave: Disabilità, handicap Etica Suicidio Testamento biologico