Limitato aduna lista ristretta di lavori, per lo più colf e badanti, il voucher belga si contraddistingue per i rigidi paletti legati al suo utilizzo.Introdotto nel 2004 in Belgio, come in Italia, l'obiettivo del buono di lavoro per le prestazioni occasionali era creare opportunità per i lavoratori con scarse competenze e favorire l'emersione del lavoro nero. Ma al contrario del caso italiano, il voucher belga è limitato ad una precisa lista di mansioni che lo hanno relegato all’ambito dei lavori domestici, della cura della casa all’assistenza ad anziani e bambini. I paletti posti dal governo belga sono molto dettagliati:secondo uno studio dell'Ilo, nel luogo di residenza del datore di lavoro si possono usare i voucher solo per servizi di pulizia della casa, lavanderia, cura degli abiti e preparazione alimenti. All'esterno del luogo di residenza si può farvi ricorso solo per commissioni e assistenza persone con mobilità ridotta. Un altro vincolo introdotto in Belgio è che il voucher sia limitato a servizi di natura privata e non possa in alcun modo essere usato per attività legate alla professione del datore di lavoro: quindi se per esempio il datore di lavoro è un medico non potrà usare il voucher per pagare la pulizia del suo studio medico o della sala di attesa.Uno strumento, quello del buono di lavoro, che in Belgio è usato per lo più dalle donne, il 97%. Il costo del voucher è di 7,50 euro, ma di fatto costa all'utilizzatore 5,25 perché c'è la deducibilità delle tasse.
(Fonte: tratto dall'articolo)