Negli Stati Uniti si sta sperimentando da qualche tempo una alternativa al cohousing: l’home sharing. La differenza è notevole: nel primo caso si tratta di una forma di comunità nella quale gli individui vivono, in abitazioni spesso piccole, dividendo spazi in comune, generalmente un giardino e uno spazio dove mangiare o incontrarsi per svolgere attività di carattere sociale.
L’home sharing invece aiuta le persone che hanno un grande spazio abitativo, ma che vogliono combattere la solitudine, o magari necessitano di dover ridurre i costi di vita, a trovare un coinquilino che sia mosso dagli stessi bisogni. Uno di questi programmi - l'Home Sharing Program - opera a NY, è gratuto e si regge su lasciti privati e statali.
Uno staff professionale con competenze sociali e un data base denominato quick-match, sono gli strumenti utili a facilitare gli incontri, con una unica premessa: proprietari e coinquilini devono avere un’età superiore ai 60 anni. Ed è così che si sono incontrati Freda Schaeffer di 89 anni e Tom Logan di 63. Lei, dopo la morte del marito, si sentiva sola nella sua grande casa, lui aveva difficoltà a vivere in una città cara come NY. Da quando vivono insieme si sentono una famiglia ed ormai hanno bisogno l’uno dell’altra.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)