Nel 2018 il welfare aziendale da eccezione potrebbe diventare norma. E' quanto indicano gli operatori che forniscono piattaforme di welfare alle aziende che in tre anni sono passati da essere una decina a una novantina. Si può così scoprire che ci sono diverse tendenze tra i lavoratori che sono interessati, per la maggior parte, non a baby sitter o ad asili, ma a badanti e servizi per la non autosufficienza. Queste le richieste che arrivano dai cinquantenni che sono spesso la classe di età più rappresentata nelle aziende. I servizi di cura per gli anziani sono i più richiesti dai dipendenti, tanto che è difficile trovare fornitori da accreditare in numero sufficiente. La strada più corretta è quella delle cooperative sociali. Inoltre spesso vengono richiesti anche servizi più complessi, come il «trasporto sociale» per chi ha bisogno di spostarsi per ricevere cure giornaliere. I sindacati temono che per alcune aziende ci sia la tentazione di sostituire voci della retribuzione con welfare per abbassare il costo del lavoro, e si chiedono se sia giusto agevolare allo stesso modo l’abbonamento alla palestra e il voucher per la badante. Infatti il welfare dei dipendenti per il quale le aziende debbono mobilitare una somma pari al 2-7% di quanto erogato deve avere finalità sociali di quanto erogato. La novità di quest’anno è che si potranno finanziare anche le spese per il trasporto pubblico. Le piccole imprese per la gestione del welfare aziendale possono ricorrere alle associazioni di rappresentanza. Confcommercio a Confcooperative, Confartigianato e le territoriali di Confindustria, offrono infatti agli associati anche la piattaforma welfare.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)