La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega al welfare ha illustrato a Roma il "modello cargiver" della sua regione. Nella capitale prosegue l’iter d’approvazione della proposta di legge nazionale che prevede il riconoscimento di questa figura «come risorsa volontaria dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari territoriali». Un progetto che, se approvato, consentirebbe ai caregiver, coloro che assistono familiari o amici disabili e non autosufficienti, di contare su una serie di diritti come la facoltà di richiedere permessi per assentarsi dal lavoro e stare più vicino all'assistito, il riconoscimento dei contributi figurativi, l’assicurazione equiparata alle malattie professionali. L’Emilia-Romagna, sull’esempio di altri Paesi europei, è stata la prima regione in Italia ad avere adottato una legge che riconosce il ruolo del caregiver familiare. Scelta seguita da altre regioni, come Abruzzo, Campania, Lazio, Marche Piemonte e Sardegna, che si stanno attivando per adottare provvedimenti simili. Secondo l’ultima indagine multiscopo condotta dall’Istat nel 2011 sarebbero circa 300.000 in Emilia-Romagna le persone che, nel contesto familiare, prestano regolarmente attività di cura ad adulti anziani, malati, disabili. La maggioranza dei caregiver familiari è donna con una età compresa tra i 45 e i 64 anni; una buona parte è impegnata ad assistere più di una persona (nella combinazione bambini e anziani). In Emilia Romagna, il 12,5% delle donne (10,7% in Italia) e l’8% degli uomini(6,2% in Italia) di età compresa tra i 15 e i 64 anni si dichiarano caregiver di adulti disabili.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)