Nonostante i moderni sistemi di protezione sociale si siano evoluti notevolmente nel corso del XX secolo, la povertà continua a diffondersi in Europa e garantire il diritto al reddito rimane una chimera. Che cosa non funziona allora nell'efficacia dei sistemi di welfare europei? Chi ha paura del diritto al reddito? E perché il tema del contrasto alla povertà, così centrale e seminale nella storia del welfare moderno, viene tenuto in disparte nell'agenda politica attuale, soprattutto italiana?
Il volume si propone di rispondere a queste domande affrontando alcuni aspetti teorici che consentono di inquadrare il tema delle politiche di reddito minimo, chiarendo lo statuto di questo concetto, spesso utilizzato in modo ambiguo, e ripercorrendone la storia. La parte centrale del testo è dedicata a un'analisi empirica, nell'Europa a 27, delle leggi di reddito minimo e degli ammortizzatori sociali, strumenti di tutela del reddito dell'individuo senza lavoro; vengono analizzate, in particolare, le peculiarità delle singole politiche e legislazioni, tentando di offrire alcune mappe analitiche di sintesi. Il capitolo finale, dedicato al caso italiano, affronta invece i ritardi del nostro Paese nell'introduzione di una misura universalistica contro la povertà, ricostruendo le caratteristiche fondamentali del complesso sistema di politiche di mantenimento del reddito e le occasioni perse, come il fallimento dell'esperienza del reddito minimo di inserimento.
La proposta finale dell'autore è un tentativo di immaginare un paese più europeo e moderno nella lotta alla povertà: in un momento così delicato per le condizioni economiche e sociali dei cittadini italiani ed europei, è tempo che il sogno di un modello sociale europeo che si caratterizzi per uno sviluppo equo e solidale divenga politica concreta in tutti i paesi membri. (Fonte: www.francoangeli.it)