Negli ultimi dieci anni, in Italia, il welfare occupazionale (denominato anche aziendale o contrattuale) ha avuto una crescente diffusione. Si tratta di prestazioni sociali erogate dalle aziende ai propri lavoratori sulla base del contratto di lavoro. Può derivare da singole iniziative delle aziende o da accordi di lavoro. L’articolo esamina tre fonti di informazione; la prima relativa a 52 accordi di secondo livello fra sindacati ed imprese per la fruizione delle agevolazioni fiscali per premi di produttività, previste dalle leggi di stabilità 2016 e 2017. La seconda fonte, dell’Università di Macerata su un progetto promosso da Spi-Cgil, ha realizzato una survey su un campione di 2300 imprese italiane con almeno 50 addetti per analizzare il tema del welfare occupazionale nella copertura dei bisogni per la non autosufficienza. Una terza fonte utilizzata è stata l’analisi dei prospetti informativi di 35 fondi sanitari, istituiti a seguito di accordi collettivi categoriali nazionali fra sindacati e organizzazioni datoriali. I fondi sanitari in Italia si sono diffusi in buona parte grazie a tali accordi collettivi categoriali. Analizzarli dal punto di vista delle prestazioni per la non autosufficienza rappresenta un modo per capire se e quanto nelle aziende ci si occupi di tale tema. Le conclusioni dello studio evidenziano la forte distanza esistente oggi in Italia fra quanto dichiarato sui mass media e quanto effettivamente realizzato per la non autosufficienza attraverso lo strumento del welfare occupazionale. Il ruolo di quest’ultimo ne esce fortemente ridimensionato in termini di regole di accesso, generosità e durata delle prestazioni.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)