La ricerca è curata da Regione Toscana (Osservatorio sociale regionale), Ars (Agenzia regionale di sanità) e MeS (Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa). Ecco alcuni dei dati più significativi. Gli anziani sono il 25%, il doppio dei giovani under 15 e il rapporto continua a crescere per il calo della natalità e l’aumento della speranza di vita. La Toscana si conferma tra le zone d’Italia con la più alta speranza di vita alla nascita (5° regione per gli uomini e 6° per le donne). Un uomo nel 2018 può aspettarsi di vivere 81,5 anni (+0,7 anni rispetto alla media italiana), una donna 85,6 anni (+0,4).
Continua a ridursi la forbice tra i due generi. Continua a diminuire la mortalità generale, grazie ai continui progressi in prevenzione e cura di tumori e malattie cardiocircolatorie, patologie che da sole costituiscono i 2/3 dei decessi. I programmi di prevenzione primaria (stili di vita) e secondaria (screening) prevengono la malattia o ne anticipano la diagnosi, dando più chance di sopravvivenza e aumentando l’aspettativa di vita di un toscano che scopre di essere malato. Diagnosi precoci terapie efficaci, accessibili e nuovi farmaci hanno contribuito ad aumentare l’aspettativa di vita di un malato oncologico alla diagnosi.
Mediamente in Toscana a 5 anni dalla diagnosi il 56% degli uomini e il 65% delle donne è ancora in vita (54% e 63% in Italia). Alcune difficoltà permangono nell’accesso alle prestazioni diagnostiche e ad alcuni interventi chirurgici, materia sulla quale si è intervenuti recentemente con una delibera regionale per porre in atto misure di riduzione dei tempi di attesa. La tempestività con la quale il sistema reagisce alle emergenze, quando il tempo conta (ad esempio per ictus o infarto), permette di salvare più vite rispetto al passato. È aumentata la possibilità, per un malato cronico, di ricevere cure appropriate nel fine vita, diminuiscono, infatti, i ricoveri ospedalieri nell’ultimo mese di vita a fronte di un aumento degli ingressi in Hospice e del ricorso alle Cure palliative, capaci di fornire un’assistenza più appropriata quando le cure non sono più efficaci. Le disponibilità reddituali dei toscani (20.681 € di reddito medio IRPEF e 922 € di importo medio mensile di pensioni) mostrano tradizionalmente una situazione positiva e mediamente migliore del dato italiano, ma alcuni indicatori di povertà (seppur in miglioramento) mettono in luce spaccati di disagio, quali le 97.000 famiglie in povertà relativa (5,9%, dato in crescita nell’ultimo anno, ma molto inferiore al 12,3% medio nazionale), le 62.000 famiglie in povertà assoluta (3,8%, contro una media italiana del 7,3%) e i 253mila toscani che vivono in famiglie in condizione di deprivazione. Infine chi nasce e vive in Toscana ha determinanti di posizione sociale, di salute e abitudini in linea di massima migliori degli italiani.
Disagio e dispersione scolastica sono in miglioramento e si stanno allineando ai valori europei, anche grazie al miglioramento degli indicatori relativi agli studenti stranieri, anche se permane il gap sul livello di istruzione superiore della Toscana (comunque fra i migliori in Italia) rispetto ai valori europei (29% di 30-34enni laureati, contro standard UE del 40%).
(Fonte: tratto dall'articolo)