Alberto Brambilla,  Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ha presentato in Parlamento il sesto bilancio sul sistema previdenziale (al 2017) realizzato dal think thank, “Itinerari previdenziali”. Dal Report emerge che il nostro sistema di protezione sociale ha raggiunto livelli insostenibili a causa dei trasferimenti assistenziali (inclusa la spesa per sanità ma non i trasferimenti degli enti locali).
Brambilla sostiene la necessità di separare, a livello contabile, la spesa per pensioni da quella per assistenza. Dal 2013 al 2017, sostiene il Report, la spesa pensionistica (al netto dell’assistenza) si è attestata allo 0,88% di aumento medio, segno che le ultime riforme l’hanno stabilizzata. Preoccupano invece i numeri dell’assistenza che, in assenza di un contributo di scopo, è totalmente a carico della fiscalità generale e potrebbe raggiungere i 120 mld di trasferimenti quest’anno. In sei anni, tra il 2012 e il 2017, il tasso di crescita dei trasferimenti assistenziali è stato del 5,32%, un incremento superiore alla crescita del Pil, che vale oltre il 65% della spesa pensionistica al netto dell'Irpef. 

Secondo “Itinerari previdenziali” è “un falso mito” che l’Italia spenda poco per il welfare: la spesa per prestazioni sociali nel 2017 è arrivata a 453,87 miliardi (+0,4% sul 2016; +6,18% rispetto al 2012). Sul totale della spesa pubblica (compresi gli interessi sul debito) le prestazioni sociali incidono per il 54,01%. Brambilla aveva proposto al governo di varare una  spending review su questa spesa attivando un Casellario centrale dell’assistenza presso l’ Inps. Il Governo ha fatto altre scelte.