Il Sud Africa sta invecchiando rapidamente ma, né lo Stato né il settore privato sono in grado di affrontare adeguatamente il problema dell’assistenza agli anziani che vivono nelle comunità più povere. L’assistenza e le cure, sono generalmente riservate a spazi urbani, considerati generalmente l’ultima spiaggia.
La cura delle persone perciò è affidata ai familiari, nella maggior parte dei casi donne.Per convenzione infatti ci si aspetta che siano loro a supplire ai bisogni degli anziani, dal momento che sono sempre loro ad occuparsi tradizionalmente dei figli e del coniuge per ogni esigenza di tipo familiare.
Recentemente è stato compiuto uno studio sull’invecchiamento delle persone dai 40 anni in su che abitano in comunità rurali nel nord est del Sud Africa, verificando se l’assistenza di cui necessitavano fosse quotidiana, includendo informazioni aggiuntive, quali se fossero autonomi nell’uscire di casa o se in casa fossero presenti strumenti utili a farli spostare tra le pareti domestiche. Poi, si è cercato di individuare l’eventuale gap tra l’assistenza che ricevevano e quella della quale avrebbero avuto realmente bisogno.
Dall’analisi dei dati è risultato che circa un terzo delle persone bisognose di assistenza, in realtà non ricevevano alcun aiuto esterno. In aggiunta, le donne di tutte le età, avevano meno bisogni soddisfatti rispetto agli uomini, infatti, a causa della diversa aspettativa di vita tra i generi, spesso si trattava di vedove che vivono sole. E la loro situazione peggiorava con l’età. Ma soprattutto gli studi hanno evidenziato che le maggiori mancanze si riscontrano presso le comunità rurali, in luoghi dove l’assistenza pubblica è maggiormente assente ed è diffusa l’idea tradizionale di una grande famiglia in grado di prendersi cura di chi ha bisogno.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)