Raccontare storie di famiglia e aneddoti sul vecchio pazzo zio Joe o altri parenti eccentrici, è il passatempo preferito delle famiglie riunite nei giorni di festa. Ma questi fatti del passato, che raccontano di persone mai conosciute, interessano anche i ragazzi e i bambini?
In effetti, sono proprio loro ad assorbire i racconti, anche più degli adulti, e questo tipo di conoscenza ha effetti decisameti positivi sul piano psicologico. Lo afferma Robyn Fivush, psicologa e direttrice dell’ Emory University’s Institute for Liberal Arts, di Atlanta, in Georgia (Stati Uniti), secondo cui questi racconti, trasmessi dalle vecchie alle nuove generazioni, hanno un grande valore di insegnamento, poiché formano, nelle menti dei più piccoli, l’immagine della propria famiglia e la fissano per sempre.
Infatti più del 90% degli adolescenti , se richiesto, sono in grado di ripetere le storie familiari ascoltate da piccoli, anche se, in quei momenti, non mostravano un particolare interesse.
Le vite dei nostri parenti, anche di quelli più anziani, con le loro avventure e le loro esperienze, a volte con colpi di scena inaspettati, insegnano ai più giovani che si può bagliare o fare pazzie, ma comunque è sempre possibile tornare indietro. Inoltre le storie intergenerazionali li fanno sentire parte di un gruppo molto ampio, allargato nel tempo e nello spazio, aiutandoli a sviluppare il senso di identità e appartenenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)