Uno dei dipinti più famosi d'Austria, Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Gustav Klimt, è detenuto dallo stato indebitamente, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea. Alla fine degli anni '90 la morte di una delle due sorelle ultime eredi della stirpe, fa scoprire all'altra l'esistenza di una lotta per riavere il quadro, proprio in coincidenza con la decisione dello stato austriaco di inaugurare una politica di restituzione delle opere d'arte rubate dai nazisti. Determinata a riavere il quadro come forma di risarcimento per tutto quello che lei e la sua famiglia hanno subito dagli austriaci, Maria Altmann, da decenni residente in America, si reca in loco con un avvocato e scopre che in realtà lo stato non vuole assolutamente dare via il suo quadro più importante. Parte così una battaglia legale di Davide contro Golia. Dietro a Woman in gold si intravede la sagoma di Philomena, il sorprendente film di Stephen Frears del 2013. Nella vera storia della dolce anziana Maria Altmann e del suo riluttante desiderio di ottenere giustizia, coadiuvata da un avvocato inizialmente poco convinto, non è difficile riconoscere la struttura del film con Steve Coogan e Judi Dench. Anche l'obiettivo, un racconto che scaldi il cuore e infervori gli animi, sapendo alleggerire quando serve e addolcire quando necessario (sempre attraverso la protagonista, eroina della quotidianità), appare il medesimo, solo sostituendo agli abusi di un convento contro una madre l'ancor più toccante tema della persecuzione degli ebrei ad opera dei nazisti.
(Fonte: http://www.mymovies.it/film/2015/womaningold/)