In Lombardia, le donne imprenditrici sono in continua crescita e gestiscono il 20% delle aziende del territorio. L’identikit dell’imprenditrice media della provincia di Varese, realizzato dalla docente Franca Maino e dal ricercatore Federico Razetti dell’Università degli studi di Milano, è quello di donne intorno ai 50 anni, con 40 ore di lavoro in media a settimana, figli grandi ma soprattutto genitori anziani e da assistere.
Conciliare il lavoro con la vita privata non è sempre facile, specialmente se si è donne e si deve portare avanti un’attività commerciale gestendo contemporaneamente le esigenze della propria famiglia. Per questo Terziario donna di Confcommercio Varese ha commissionato una indagine sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. “Percorsi di Secondo Welfare” da marzo ha mappato le necessità delle imprenditrici e somministrato a 2.500 associate (il 25,5% delle socie) Confcommercio un questionario online. L’obiettivo è capire in che modo gli interventi pubblici di welfare possano essere arricchiti e integrati grazie al contributo di attori privati.
Dei risultati si è discusso in una tavola rotonda il 10 giugno scorso. Lorenzo Bandera, ricercatore dell’Università di Milano ha sottolineato che c’è stata una grande evoluzione del welfare. La crisi, che avuto inizio ormai dieci anni fa, ha fatto da detonatore a problemi presenti già da trent’anni. Oltre ai cambiamenti macro, sono avvenuti quelli nella vita di tutti i giorni, con sempre più divorzi e figli fuori dai matrimoni. E' venuto meno il welfare familiare.
Cristina Riganti, presidente del gruppo Terziario Donna ha ricordato che si tratta di sfide quotidiane che «non riguardano solo le imprenditrici ma anche le nostre dipendenti, le quali hanno possibilità economiche inferiori. E, se spesso viene affrontata la gestione dei figli, fino a un certo orario a scuola e poi impegnati in attività extrascolastiche o da affidare ai nonni, non si parla degli anziani, genitori che magari hanno anche problematiche serie».