Un potente anticorpo potrebbe, in un anno di terapia, «ripulire» il cervello dall’accumulo di sostanze tossiche, le placche di peptide beta-amiloide ritenute tra le cause dell’Alzheimer. È il risultato della sperimentazione clinica, pubblicata su Nature e condotta da Alfred Sandrock della Biogen di Boston. Dopo essere testato sugli animali,l’anticorpo, aducanumab, è stato testato con iniezioni mensili per un anno, su 165 pazienti in fase precoce di malattia, confrontando gli efffetti con un placebo. L’efficacia del farmaco nel raggiungere il cervello e nell’aggredire le placche è stata molto maggiore di quelle di molecole simili testate in precedenza. Ha inoltre attivato l’azione di specifiche cellule «pulitrici», le microglia, rimuovendo ulteriormente le sostanze tossiche e ostacolandone la loro formazione. I ricercatori hanno osservato nei pazienti un significativo rallentamento del declino cognitivo. Se questi risultati saranno confermati nei successivi «trial», l’anticorpo potrebbe essere la svolta per la cura e la prevenzione dell’Alzheimer.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)