Italo Calvino diceva «La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme». Spesso vengono sottolineate le drammatiche conseguenze per il nostro pianeta a causa dell’allungamento della vita, ma questo fatto porta anche nuove potenzialità. Di queste ultime si parlerà al convegno «Invecchiamento di successo 2017: ageing opportunities» ad Alba (Cuneo) l’11 novembre. Diverse personalità saranno presenti, tra cui lo psicologo Marcello Cesa-Bianchi che parlerà di "Longevità creativa". La longevità inizia convenzionalmente a 85 anni, e negli ultimi decenni si è visto che ogni longevo presenta una potenzialità creativa, anche se non ne è consapevole, che, una volta manifesta, lo fa vivere in modo più sereno. Tra i personaggi illustri che hanno compiuto importanti opere da vecchi, ci sono Donatello, che ultraottantenne terminò il pulpito bronzeo della Chiesa di San Lorenzo, Michelangelo a 89 anni scolpì la Pietà. Anche Sofocle scrive "Edipo a Colono" a 89 anni, Goethe il "Faust" a 80, e Saramago "Caino" a 87 anni. 

Secondo il professor Cesa-Bianchi «La longevità consente di completare la conoscenza e la realizzazione di se stessi, in funzione di quello che è stato indicato come “ultima creatività”, un lampo di luce che precede - e talvolta illumina, attraverso la chiarezza dei ricordi, della loro continuità ed eredità culturale - l’oscurità e la coscienza del finire. Valorizzare questa dote, così come coltivare quella affine dell’umorismo, consente all’individuo di vivere meglio l’età senile: per molti individui la longevità cessa così di essere la fase che prepara alla morte e diventa il periodo nel quale si conosce il significato essenziale della propria esistenza».